Testi tratti dai tomi in corso di compilazione
per onorare i seicento anni dalla nascita:
In ordine d'età le figlie legittime di
Federico e di Battista Sforza sono:
Elisabetta, Giovanna, Agnesina, Costanza,
Violante e Chiara. Chi ricordino i nomi delle
prime due abbiam detto; la terza, Agnesina,
ripeteva il nome della nonna paterna di
Federico, Agnesina dei Prefetti di Vico moglie
di Antonio e madre di Guidantonio, e il nome
d'una sorella di Federico, andata sposa ad
Alessandro Gonzaga dei signori di Mantova,
morta nel '1456; la quarta, Costanza,
ricordava la madre di Battista, Costanza
Varano Sforza; in Violante Federico esprimeva
la sua riconoscenza ed il suo affetto verso la
signora di Cesena sua sorella, che
rinchiudendosi nel chiostro nel 1465 aveva
rinunciato alle sue pretese sull'eredità
paterna a favore di Federico; aveva inoltre
Federico una figlia naturale, alla quale aveva
imposto il nome di Gentile in memoria della
sua prima sposa, la mite Gentile Brancaleoni
contessa della Massa Trabaria.
Stemma di Federico da Montefeltro Studiolo
di Gubbio
1424
X. Ubicazione:
Archivio Apostolico Vaticano (già Archivio Segreto).
Segnatura:
Arm. LX, T. 21, f. 112-113.
Tipo:
Breve papale.
Lingua:
Latino.
Autore
trascrizione: revisione di Ernesto Paleani.
Pubblicato: parte.[1]
Note: Legittimazione di
Federico di Montefeltro. Breve di Martino V.
Nominativo:
Luogo atto: Roma, SS. Apostoli.
Luoghi citati: Monte Feltro; Roma; chiesa dei
SS. Apostoli di Roma.
Data:
22 dicembre 1424.
Trascrizione
Martinus Episcopus Servus Dei dilecto Filio Federico
dilecti Filii nobilis viri Guid' Antonii
Comitis Montis Feretri nato domicillo
Urbinatensi Salutem et Apostolicam
Benedictionem.
Illegitime genitos, quos morum decorat honestas naturae
vitium minime dedecorat, quia decus virtutum
Geniturae maculam abstergit in filiis et
pudicitia morum pudor originis aboletur.
Attendentes igitur sicut fide dignorum
asseritur tu qui defectum natalium pateris de
conjugato genitus, et soluta defectum
hujusmodi honestate morum, et vitae aliis
probitatis et virtutum meritis recompensare
redimens favore virtutum, quod in te ortus
odiosus ademit, ac volentes te propterea
prosequi favoribus gratiosis, tuis in hac
parte supplicationibus inclinati tecum, ut in
quibuscumque bonis parentum, agnatorum, et
cognatorum tuorum, et aliorum quorumcumq.
absque tamen prejudicio illorum, qui in bonis
parentum agnatorum et cognatorum praedictorum
succedere deberet, nec non honores,
dignitates, et officia temporalia alias tamen
rite eligi, recipi, ac prefici, ac assumi,
illaq. regere et exercere libere et licite
valeas perinde ac si esses de legitimo
matrimonio procreatus defectu praedicto, ac
Concilio, et quibuscumque Constitutionibus
etc.
Datum Romae apud SS. Apostolos X.
Kalendas Jan.
Pontificatus Nostri anno VIII.
[1]
Giovanni Scatena, Federico
da Montefeltro Duca di Urbino, vol. 1
1422-1454, Studi e Ricerche sulla
Terra del Duca, Grafica Vadese, 2004,
p. 211, doc. I.
Dott. Ernesto Paleani
(pubblicista iscritto al USGI Unione
Sanmarinese Giornalisti e Fotoreporters n.
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