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Ernesto Paleani scrittore

Giacomo Costantino Beltrami (1779-1855).
Esploratore del Messico e scopritore delle sorgenti del Mississippi agli inizi dell’800

2006 F. Bonasera Finzi – G. Luchetti – E. Paleani, Giacomo Costantino Beltrami (1779-1855). Esploratore del Messico e scopritore delle sorgenti del Mississippi agli inizi dell’800 Catalogo della mostra cartografica tenutasi presso la scuola a Roma “Eugenio Montale”.

 

 

Giacomo Costantino Beltrami, un italiano, marchigiano d’adozione, e legato all’America, per esplorazioni, identificò le sorgenti più settentrionali del Mississipi, nato a Bergamo nel 1779, visse nelle Marche per oltre un quarantennio (1816-1855), dalla piena virilità alla morte, unito per sempre spiritualmente a questa Terra, anche quando andò peregrinando per il mondo.

A una dama delle Marche: Girolama Compagnoni Passeri, egli indirizzava le Sue lettere, forma nella quale sono apparsi i Suoi scritti.

Egli dunque, anche quando era nelle terre più lontane, nei luoghi più inesplorati, volgeva il Suo pensiero alle Marche, dove in Lui si erano destati i sentimenti più puri di affetto, dove lo legavano ancora rapporti di amicizia e ricordi.

In Filottrano, Egli aveva eletto la Sua dimora nel 1814, dopo aver lasciato un alto ufficio napoleonico e ivi conobbe la contessa Giulia De’ Medici Spada, colta e gentile (scomparsa all’inizio dal 1820) alla quale fu legato. La figura è stata studiata dall’Ing. Luchetti.

Il B. da Filottrano parte nel 1821 per quel viaggio che doveva legare il Suo nome alla conoscenza della regione sorgentifera del Mississipi; la Sua fu da principio un’evasione dal meschino, dall’immobile in cui l’Italia sembrava dover rimanere chiusa, una partenza alla ricerca della Libertà che lo conduce dall’Italia alla Francia, al Belgio, all’Inghilterra, donde sul finire del 1822 salpa per l’America.

Giunge, dopo sofferenze di un viaggi penoso, a Filadelfia, dove pubblica una relazione (in francese) sul viaggio fino allora compiuto, dal titolo: “ Due parole su passeggiate da Parigi a Liverpool ”.

Si reca a Pittsburg, segue l’Ohio fino alla confluenza nel Mississipi, con l’intento di scendere il grande fiume, ma la sorte lo designa ad altra meta. Infatti incontra un battello (con il Generale Clarke e i Maggiore Tagliaferro) che risale il fiume ed Egli cambia proposito, va con loro sino a San Louis; raggiungono il forte S. Antonio del San Pietro con il Mississipi. Qui sostano ed Egli si spinge ad esplorare i dintorni, studia gli Indigeni nei loro costumi, che ammirano in Lui il coraggio intrepido e lo chiamano “ Uomo della Luna ”, per designarlo come essere superiore.

In questo viaggio e in questa sosta Egli concepisce il disegno di raggiungere le sorgenti del Mississipi, così ottiene di seguire la spedizione diretta dal Maggiore Long, di passaggio per il forte e diretta al Lago Winnipeg.

La ricerca delle sorgenti è sempre il pungolo che spinge il Beltrami e mentre la spedizione Log procede per la sua meta, Egli invece si dirige verso il Lago Rosso. Qui comincia la parte più avventurosa del Suo viaggio, da principio lo accompagnano tre indigeni che ben presto lo abbandonano ed Egli rimane solo con un fragile canotto di scorza di betulla che trascina nelle acque del fiume, immerso fino alla cintola, perché non sa remare, in una solitudine immensa, in un silenzio di morte, fino a quando incontra due indigeni che lo soccorrono nel prendere il governo dell’imbarcazione.

Raggiunge il Lago Rosso, segue il fiume che esso riceve dal sud; poi scopre successivamente altri laghi minori e il 31 agosto 1823 giunge a un’altura; lo spartiacque tra il bacino del Mississipi e quello dei tributari della baia di Hudson, ne intende il significato geografico, scorge a Sud delle scaturigini che Egli identifica con le sorgenti più settentrionali del Mississipi e nell’emozione della scoperta il Suo pensiero si rivolge ancora alle Marche, dedica le sorgenti alla Donna gentile, chiamandole sorgenti Giulie e nelle soste scrive alla Contessa Compagnoni, narra le emozioni.

Scrisse poi: “ Credetti di vedere le ombre di Colombo, di Vespucci, di Caboto, di Verrazzano assistere con gioia alla grande cerimonia e felicitarsi ”.

 Dopo la scoperta Egli si spinge più a Sud, giunge al Lago della Tartaruga, poi al Lago del Cedro Rosso. Seguendo il Mississipi, incontra il Lago Winnipeg, poi il Lago Leech e infine ridiscende il grande fiume.

Il 30 settembre è di nuovo al forte S. Antonio; vestito di pelli, con il capo ricoperto di un cappello di scorza d’albero, reca con sé armi, strumenti musicali, oggetti usati dagli Indigeni.

Discende fino a Nuova Orleans, qui vi pubblica, in francese, l’opera :” La scoperta delle sorgenti del Mississipi e del fiume Rosso ”.

Successivamente è a Parigi, dove conosce uomini come Lafayette, Chateubriand, Lafitte, pubblica, in francese, in due grossi volumi, l’opera: “ IL Messico ”.

Si reca poi ai Pirenei, prende successivamente dimora ad Heidelberg, nel 1834 pubblica, in francese, un opuscoletto intitolato: “ L’Italia e l’Europa ”, che poi ripubblica in italiano con il titolo: “ L’Italia, ossia scoperte fatte dagli italiani nelle scienze, nelle lettere e nelle arti ”.

Stanco ormai e deluso, nel 1837 torna a Filottrano, dove trascorre gli ultimi anni, circondato dal generale rispetto, e viene a morte il 7 gennaio 1855.

Cinque anni dopo la Sua morte le truppe del Cialdini aprivano, nella non lontana Piana delle Crocette di Castelfidardo, le Marche a vita nuova nello Stato unitario, ricongiungendo le Marche alla patria “ la via di Roma indicando ed aprendo ”, cioè si avverava, proprio per un singolare destino, nella terra d’elezione del Beltrami, quel sogno di libertà che Egli aveva a lungo perseguito.

Dal 1956, Filottrano, la città che Egli scelse come dimora di elezione, lo ricorda nella Residenza civica con un busto vigorosamente scolpito dallo scultore marchigiano Vittorio Morelli e una lapide collocata nella Chiesa della Prepositura, donata dalla Città natale, ne indica la sepoltura.

Così le due città che possono dirsi ugualmente patria del Beltrami fraternamente e amorosamente ricordano la figura del grande Figlio.

Biblioteche lettura del testo:

Biblioteca Egidiana - Tolentino - MC
Biblioteca comunale G. Anselmi - Cantiano - PU
Biblioteca della Società Geografica Italiana - Roma - RM

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