2019-2022
Leonardo da Vinci architetto ed ingegnere
generale di Cesare Borgia, (1500-1503) Tomo II (Tomi I-II)
(Manuscripta, vol. 5) Pesaro 2019. ISBN
978-88-7658-195-2
Qual regola si deve dare a’ putti
pittori.
“Noi conoſciamo chiaramente, che la
viſta è delle veloci operazioni, che ſiano,
&
in un punto vede infinite forme; nientedimeno
non comprende ſe non una co
fa per volta.
Poniamo caſo: Tu lettore guardi in un occhiata
tutta queſta carta
ſcritta, ſubito
giudicherai quella eſſer piena di varie lettere:
ma non con ſcerai
in quel tempo, che lettere
ſiano, ne che vogliano dire: onde ti biſogna
fare è pa
rola à parola, verſo per verſo, a
voler haver notizia d'eſſe lettere. Ancora ſe
vorrai montare all'altezza d'un edificio,
converratti ſalire à grado a grado, al
trimenti fia impoſſibile pervenire alla ſua
altezza. E così dico à te, che la natu
ra ti
volge à queſt'arte. Se vuoi aver vera notizia
delle forme delle coſe, co
mincierai dalle
particole di quelle, e non andare alla ſeconda,
ſe prima non hai
bene nella memoria, e nella
prattica la prima. E ſe farai altrimenti,
gettarai via
il tempo, o veramente
allungherai aſſai lo ſtudio. E ti ricordo, che
impari prima
la diligenza, che la preſtezza.”
(Leonardo da Vinci, Trattato della
pittura, cap. III)
Quando leggo scrittori di storia importanti -
quelli che scrivono di storia locale per pochi
- mi meraviglio sempre e mi sorprendo trovando
in tutti loro idee per i miei libri. Sono loro
che rendono vero quello che non sai, fino a
quando, approfondendo, capisci che rivelano la
verità ed in molti casi ci allontanano dalla
stessa per imprecisione, superficialità e, a
volte, credendo che chi legge non sa e quindi
si può ingannare.
Scrivere ed indagare
nella storia è sempre un lavoro certosino,
verificando tutto: trovare documenti di
riferimento, aspettarsi di esplorarne altri, a
volte scoperti per fortuna casuale e molte
volte creando una rete che si espande fino ad
arrivare alla pura verità del racconto.
Abbiamo un grande patrimonio che da secoli
viene tramandato e più vado indietro nel tempo
e più mi sorprendo nel vedere la precisione e
l’indagine fatta in periodi che non c’erano le
macchine per spostarsi, non c’era internet per
velocizzare, ma c’erano e ci sono grandi
archivi, importanti biblioteche che sono la
scuola per la nostra mente.
Leggere,
studiare non è un obbligo ma è l’attrezzo
della palestra per mantenere la nostra mente
elastica.
Lo scrivere a mano, che sta
scomparendo, è invece quel modo semplice per
ricordare meglio, per muovere i nostri
muscoli, per creare delle pause di
riflessione; è sfogliare quanto abbiamo
scritto sulla carta che sfiora le nostre mani;
è eccitante!
Non c’è pc, tablet, cellulare
che possano darci quella sensazione.
Ed
adesso, entriamo nel vivo del nostro viaggio
in un mondo che sembra lontano, ma come per i
minerali il tempo è diverso, per noi è breve e
vicino.
Scrivere, poi, su Leonardo da Vinci
è arduo, sapendo che tanti ricercatori,
scrittori, scienziati hanno e continuano ad
indagare su questo personaggio; unico nel suo
genere.
Penetrare nei suoi testi, i suoi
momenti, in una mente così lucida, fantasiosa,
creativa, fotografica - se captata - è un dono
per sé stessi, non per gli altri.
Il
condividere con gli altri quello che si
ricerca, nasce da un proprio spasmodico modo
di fare, una personale visione del mondo, e
non deve essere la propria egoistica forma di
comparire come scopo finale.
Questo è un
primo passo per entrare nella vita di un uomo
che fino all’ultimo dichiarava che ancora non
aveva raggiunto il suo obiettivo e le sue
opere incompiute ne sono un esempio: una
miriade di documenti che ci ha lasciato, dove
possiamo sviluppare, ancora oggi, nuove idee.
I fondatori di Google, Larry Page e Sergey
Brin, hanno dichiarato che è consigliabile
stampare fotografie e documenti digitali
perchè possiamo perdere questo mondo virtuale,
intangibile e potrebbe scomparire tutto quello
che abbiamo creato, scritto, pubblicato e,
tutte le meravigliose immagini che ogni giorno
fermano il tempo.
Leggiamo i papiri, le
pergamene, le prime stampe ancora oggi!
Conserviamo allora il nostro patrimonio
intellettuale, affinchè i nostri posteri
possano godere quanto sappiamo creare!
Questa ricerca è l’indagine storica che
comprende gli anni dal 1500 al 1503, ma nel
particolare l’anno 1502 e coinvolge più
personaggi: dal Rodrigo Lenzol Borgia
(1431†1503) eletto nel 1492 Papa col nome di
Alessandro VI e suo figlio il Duca Cesare
Borgia, detto il Valentino, a Guidobaldo da
Montefeltro, Elisabetta Gonzaga, Giovanni
Sforza ed infine il Maestro Leonardo da Vinci.
Questo studio non è solo accentrato su
Leonardo, ma raccoglie documenti manoscritti
rintracciati in Italia su Cesare Borgia ed
Alessandro VI. Dove governava Borgia, nel
periodo che Leonardo da Vinci lo ha seguito,
vi era anche il Maestro! Per questo vedremo la
indagine su luoghi dove Leonardo non ha
lasciato documenti certi, ma essendo il
consulente militare sicuramente ha affontato i
problemi militari legati alle mura, alle
fortezze, alle rocche, alle armi.
Leonardo
da Vinci!
Questo nome da sempre era nel mio
immaginario, ma dopo tanti anni di ricerche
nel campo archeologico, archivistico,
artistico, cartografico e storico non avrei
mai pensato di entrare nella sua vita ed
approfondire le sue opere ed i suoi scritti
fino a condividere con lui le sue emozioni, le
scoperte ed i suoi viaggi.
Tutto nasce sei
anni fa quando fui avvicinato da un
personaggio che rappresentava la proprietà
dell’opera di Leonardo dal titolo “La dama con
la pelliccia – The Lady with a fur” un dipinto
di olio su tavola (mm. 545 x mm. 615)
conservata in Germania.
La prima ricerca fu
quella di verificare la ricostruzione dalla
nascita del dipinto ai vari passaggi di
proprietà, le corrispondenze epistolari e
archivistiche, le analisi già effettuate
(infrarosso, ultravioletto, falso colore,
luminescenza), le perizie degli studiosi, la
bibliografia pubblicata e le varie discussioni
accademiche sulla identità dell’opera se fosse
realmente di Leonardo o dei suoi allievi.
L’altro anno, a seguito di una indagine di
laboratorio, ho pubblicato le verifiche fatte
su un’altra opera di Leonardo da Vinci,
incompiuta su tavola, individuata trentanni or
sono all’estero di una collezione privata: San
Giovanni Battista con la ciotola nella mano
destra.
Questa indagine mi ha portato a
pubblicare questa ricerca, separata da quella
autonoma del dipinto del’ “La dama con la
pelliccia” e del “San Giovanni Battista con la
ciotola nella mano destra” ricostruendo
storicamente i rapporti di Leonardo con Cesare
Borgia, e gli altri personaggi storici più
influenti all’epoca e che avevano avuto con
lui dei rapporti diretti. Particolarmente su
Cesare Borgia ho dato ampio spazio
ricostruendo attraverso i manoscritti il suo
percorso alla conquista “Delle Romagne”.
Tanti sono i documenti per ricostruire i
percorsi di Leonardo e il viaggio con Cesare
Borgia nel 1502, le sue conquiste di Borgia ed
il declino del 18 agosto 1503 con la morte del
padre Alessandro VI.
Quindi, è stato
necessario rapportare Leonardo nei suoi
contatti diretti o indiretti con personaggi,
la cui biografia leggerete nell’ultimo
capitolo: Francesco di Giorgio Martini,
Ambrogio Barocci, Baccio Pontelli, Niccolò
Machiavelli, Luca Pacioli, Raffaello Santi,
Marcello Virgilio Adriani, Francesco Melzi,
Lorenzo Gusnasco, Donato Bramante, Andrea di
Girolamo della Ciacca.
Un particolare
riferimento ho riservato allo studio del suo
taccuino Codice L conservato presso la
Bibliothèque dell’Insitut de France ancora da
ampliare nella sua interpretazione, in
particolare sulle pagine dove vi sono schizzi
senza scritti.
Per la lettura dei documenti
manoscritti e delle schede nel libro ho
adottato delle regole già stabilite da altri
autori (Carlo Pedretti, Marco Carpiceci),
reputate scientificamente valide.
Ho
affrontato, tra l’altro, anche il problema
delle fonti di Leonardo seguendo quanto
affermato nel 1962 da Carlo Dionisotti nel suo
saggio Leonardo uomo di lettere dove ebbe a
dichiarare che «storia non si fa…senza fare
storia di fonti». Difatti senza l’inventario
di libri appartenuti a Leonardo descritti nel
Codice 8936 della Biblioteca Nazionale di
Madrid non avrei potuto affrontare
completamente con assoluta convinzione la
descrizione degli schizzi del suo viaggio
fatto nelle Marche ed in Romagna, così come
fece Solmi.
Nel Codice di Madrid II ho
affrontato il tema di Francesco di Giorgio e i
comportamenti che deve avere un “castellano”
in riferimento alla Rocca di Fossombrone.
Nella ricerca, quindi, ho cercato di
ricostruire il percorso fatto da Cesare Borgia
da Roma fino a Rimini nel 1502, trascrivendo i
documenti dove viene nominato, per individuare
e confermare la presenza di Leonardo. Le mura
di Urbino sono state ricostruite sulla base
del De Toni aggiungendo una nuova planimetria,
l’apparato fotografico indicando il punto in
cui Leonardo ha segnato il dato nel taccuino,
il rilevamento GPS in modo che lo studioso
possa rintracciare sul luogo il dato
leonardesco.
Questa ricerca partendo dal
1500 riguarda particolarmente la figura di
Cesare Borgia e solo dopo nel 1502 l’incontro
con Leonardo e le vicende della conquista dei
territori da Roma fino alla Romagna. Nessuno
aveva affrontato fino ad oggi questo percorso
militare che coinvolge città e personaggi
storici attraverso l’indagine fatta negli
archivi e biblioteche ridando vita ad
epistolari dimenticati e pubblicazioni rare.
Molte volte ho riscontrato negli autori la
confusione che fanno delle Marche e della
Romagna non conoscendo il territorio e non
conoscendo le città e non aver pellegrinato,
come io ho fatto, vestendomi dell’uomo
rinascimentale che andava a piedi.
Per
semplicità della lettura e per aiutare gli
studiosi che non possono accedere a tutti i
manoscritti ho nella appendice riportato per
intero i passi che reputo interessanti per il
commento critico dei disegni e le
ricostruzioni storiche.
Le date che sono
citate da Leonardo sono state tutte verificate
in quanto nella citazione «A Tivoli vecchio,
casa d’Adriano» sul Cod. Atl., f. 618v, scrive
10 marzo 1500 quando in realtà, secondo il
calendario fiorentino, è da intendersi il
1501.
Noto anche che il Ms. L aveva
un’altra sigla (codice Q. R.) che viene citata
da Carlo Amoretti nel suo testo del 1804 sul
Trattato della pittura di Leonardo:
ma
altronde abbiamo sul cartone del codice
segnato Q. R. in 16 una nota di sua mano tutta
relativa a cose milanesi, e scritta certamente
dopo che il Moro fu condotto prigione in
Francia, cioè nell’anno 1500. Eccola:
Edificii di Bramante.
Il Castellano fatto
prigione.
Il Visconte strascinato e poi
morto il figliuolo.
Gan della Rosa toltoli
i danari.
Bergonzo principiò e nol volle; e
poi fuggì la fortuna.
Il duca perso lo
stato ella roba ella liberta, e nessuna sua
opera si finì per lui.
Trascrivo, senza
modifiche, il testo che è scritto da Leonardo
sul retro della copertina del Ms. L:
co rōcho
pagolo uannocco in siena
domenjco chiauaio
lasaletta so a liapostolj
neciessaria cōpagnja ha lapenna col te atoio
essimjlemēte cōpagnj che lū sanza laltro nō
vale troppo
efiti bramāte
il castellano
fatto prigone
ilbissconte stracinato e poi
morto elfiglolo
gan della rosa tolltoli
edanarj
borgonzo principio e nol uolle e o
fugi lefor-^tune^
il duca so lo stato ella
roba ellita -----
e nessuna sua o a sifinj
luj
rodi a dētro 5000 case
Mentre il retro della copertina viene citata
nella trascrizione fatta nel 1919 dal Beltrami
in modo diverso in quanto scrive che è «Cod.
L, fol. 1r, Institut de France, Paris», mentre
in realtà la numerazione attuale del foglio 1r
rappresenta testi e scritte diverse.
Il
testo riportato dal Beltrami è il seguente:
“Dopo il 1499.
Paolo di Vannoccio in Siena.
La saletta di sopra per li apostoli.
Edifiti di Bramante.
Il Castellano fatto
prigione.
Il Visconte strascinato e poi
morto il figliuolo.
Gian della Rosa toltoli
i denari.
Bergonzo principiò e nol volle, e
però fuggì le fortune.
Il duca perso lo
stato e la roba e libertà, e nessuna sua opera
si finì per lui.”
Pertanto, è evidente che
le citazioni dei fogli del Ms. L sono diversi
nella numerazione. Io ho voluto mantenere
l’ultima numerazione fatta nella trascrizione
di Marinoni.
I manoscritti e testi a stampa
consultati sono stati tanti per poter avere
una panoramica precisa sul percorso fatto da
Leonardo insieme a Cesare Borgia, e con il suo
gruppo di lavoro - “comandare omini ad sua
requisizione, et prestarli qualunque aiuto
adsistenza et favore ricercherà, volendo che
delle opere da farsi nelli domini qualunque
ingegnere sia costretto conferire con lui, e
con il parere suo conformarsi.” - per vedere i
territori da studiare e difendere
militarmente. I territori studiati nel
percorso di Borgia e Leonardo sono: Gubbio,
Cagli, Sassoferrato, Pergola, Fabriano,
Urbino, Sassocorvaro, San Leo, Casteldurante
(Urbania), Fossombrone, Fano, Pesaro,
Tavoleto, Mondaino, Rimini, Sogliano sul
Rubicone, Cesena, Cesenatico, Bertinoro,
Forlì, Forlimpopoli, Imola, Faenza. Non solo è
stato visionato, quindi, il Ms. L ma anche
tutti quei disegni che in qualche modo hanno
prodotto nuove idee ed in particolare i
manoscritti e testi scritti dai suoi
contemporanei.
Difficile è stato, ma
proficuo alla fine, rintracciare documenti su
Cesare Borgia che già Alvisi nel suo testo nel
1878 così scriveva:
“Del dominio di Cesare
Borgia poche carte conservano negli archivi di
Romagna, disperse o dall’incuria o dall’odio.
In alcune città, come in Rimini Faenza ed
Imola, si desiderano perfino i libri
consigliari, e se in Pesaro restano, vi
mancano i fogli di quelli anni, fatti
stracciare dal ritornato signore Giovanni
Sforza. Ma degli atti ducali, se non si
rinvengono gli originali nelle filze degli
archivi o nelle particolari collezioni fatte
per le biblioteche di Faenza e di Rimini,
spesso si leggono le copie altrove, - come
nella cronaca di Andrea Bernardi di Forlì
manoscritta nella biblioteca nazionale di
Parigi; o di Giuliano Fantaguzzi di Cesena, di
cui è pubblicata una versione latina tolta dal
Caos. A suo luogo, quando occorreva, notai
dove esiste ciascuno dei documenti. L’archivio
che più ne conserva è quello d’Imola, forse
ivi raccolti dall’imolese Giambattista Pascoli
stato segretario dei governatori di Romagna,
durante il principato. In quello di Cesena, né
a me né agli amici fu possibile alcuna
ricerca, così grande ne è la confusione; pure
delle moltissime carte che vi debbono essere,
ebbi copie di alcune nella biblioteca
malatestiana o nell’archivio di Bertinoro.
Altri documenti estrassi dagli archivi di
Bologna, Modena, Firenze, Siena, Genova ecc. e
dalla biblioteca nazionale di Parigi.”
Già
all’epoca era difficile ritrovare i documenti
e ho ripercorso questa strada indicata per
poterne rintracciare altri.
La ricerca non
finisce mai, tanto che ultimamente anche nuovi
elementi sono stati individuati in un mio
nuovo studio su Leonardo.
Leonardo al
centro di ogni arte. Lo stesso Pablo Picasso
nella sua “Lettera sull’arte” scrive: “…Il
matematico Princet che assisteva alle nostre
discussioni estetiche ebbe l’idea di creare
una geometria speciale per i pittori.
Quest’idea, del resto, non è poi tanto
originale, perché tutte le accademie ammettono
la geometria di Leonardo da Vinci”.
Questo
mio studio, una mia impronta personale,
descrive le vicende storiche che vanno dal
1500 fino al 1503 ed è così suddiviso: il
testo è per tutti, anche per chi non ha una
particolare cultura storica; le note sono per
gli studiosi, che possono così approfondire
meglio l’argomento, e documenta la mia
ricerca; la terza parte è l’“Appendice” ove
sono riportati i testi manoscritti o a stampa
di difficile consultazione da parte degli
studiosi per la loro dispersione negli archivi
e biblioteche sia in Italia che all’estero.
Vorrei in questa pubblicazione ricordare mio
padre l’avv. Francesco Paleani mio maestro
nell’apprendere il latino ed il greco e
nell’indagare sui documenti giuridici. Proprio
l’indagine nei testi manoscritti dei notai,
nelle cronache dei secc. XV-XVI su pergamena e
su carte sparse negli archivi e biblioteche
italiane ed europee e nelle bolle e brevi
papali, negli atti comunali, negli statuti
delle arti, nelle commissioni e tribunali,
hanno dato vita ogni giorno sempre di più ad
alimentare la storia di un’epoca ancora da
scoprire.
La ricerca continua su Leonardo!
Lui che è stato infinito pozzo di idee nella
sua epoca ancora oggi ci sorprende ed è Luce
per la mente degli studiosi.
Biblioteche lettura del testo: