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STRADE ROMANE:
cartografia e
misurazione
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18.08.06 Le unità di misura per determinare la
distanza di un percorso sin dall'antichità hanno
sempre fatto riferimento al corpo umano. La prima
esigenza nasce dalla diffusione dei commerci che
imposero la necessità di creare tabelle da parte
delle autorità per evitare le frodi.
I ritrovamenti di prove sono dovuti alle scoperte
archeologiche presso Salamina, in Grecia, e nelle
rovine romane di Leptis Magna (Libia).
In Grecia è stato ritrovato un rilievo che mette
in comparazione il piede dorico (29,65 cm.) e il
cubito egizio (44,47 cm.= distanza tra il gomito e
la punta del dito medio).
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Salamina, Colonne dell'Akropoli
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In Libia in una pietra di confronto tra unità di
misura romane e africane troviamo il piede romano
(30,8 cm.), il cubito punico (44,45 cm.) e il cubito
regale egizio (52,3 cm.).
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CUBITO REALE
PIEGHEVOLE IN LEGNO - cm 53 -
Dal corredo funerario dell'Architetto Kha – XVIII
dinastia - S8390 – S8391.
Rinvenuto da Schiaparelli nella tomba
dell'architetto Kha, l' esemplare di cubito è di
materiale ligneo e presenta la caratteristica di
essere diviso in due parti tra loro articolate, in
modo da poter essere ripiegato in una borsa di
cuoio, da legare alla cintura. Era un attrezzo da
lavoro di uso quotidiano, rappresenta la misura del
cubito reale (52,86cm.) e reca le tacche della
suddivisione in palmi e dita egiziane.
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I Romani adottarono come unità di misura lineare il
"piede", identico a quello attico che
veniva prevalentemente utilizzato nel mondo greco, e
misurava 29,65 centimetri. Tuttavia dalla casa di
Giulio Polibio, a Pompei, e sulle tavolette
ritrovate ad Eraclea ci giunge notizia del piede
osco-italico, lungo 27-28 centimetri. L'utilizzo del
pes romanus divenne comunque obbligatorio
sotto Augusto. Per garantire la precisione degli
strumenti, una unità campione veniva conservata a
Roma nel tempio di Iuno Moneta (probabilmente però
anche in altri templi della capitale e certamente
anche nelle altre città), da cui il nome di pes
monetalis.
Il pes aveva multipli e sottomultipli, come
evidenziato nelle seguenti tabelle:
Sottomultipli del
"pes"
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PES
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29,65 cm
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SEXTANS o DODRANS
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¾ DI PES
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PALMVS
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¼ DI PES
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VNCIA
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1/12 DI PES
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DIGITVS
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1/16 DI PES
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Multipli del
"pes"
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PES
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29,65 cm
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CVBITVS o VLNA
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1,5 PES
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GRADVS
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2,5 PES
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PASSUS
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5 PES
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DECEMPEDA o PERTICA
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10 PES
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ACTVS
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120 PES
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STADIVS
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625 PES
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MILIVM o MILIARIVM
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5000 PES (8 STADI)
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Ma come potevano essere misurate le distanze tra
luoghi, o definire la distanza di un percorso sulle
strade?
Il piede moltiplicato 5 volte formava un passo
che poteva essere semplice o doppio; la tesa che era
l'apertura massima delle braccia spalancate e lo
stadio che si riferisce alla distanza che un uomo può
percorrere correndo 1.000 piedi (circa 300 mt.).
Moltiplicando 1.000 passi (5.000 piedi) nasce il miliarium
che presso i romani è 1.480 mt.
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Notizie comparate: Strumenti
per la misura topografica
Luigi Colombo: Istituto di Topografia,
Fotogrammetria e Geofisica, Politecnico di Milano
Attilio Selvini: Istituto di Geodesia,
Topografia e Geofisica Mineraria, Università di
Bologna.
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Paleani Editore, Palazzo Ubaldini, Apecchio PU |
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