Dal Neolitico all'Era Romana


La comparsa dei primi insediamenti umani, seppure semplici e rudimentali, segna di fatto sia l' abbandono, da parte dell'uomo protostorico, della vita nelle caverne, sia il suo sempre maggiore impegno nelle attività fondamentali dell'allevamento e dell'agricoltura.

Le prime testimonianze di questa importante 'rivoluzione sociale' nella zona del territorio sammarinese, possono essere con molta approssimazione datate attorno al 5000-4000 a.C. Questo periodo, che va sotto il nome di neolitico, definisce un punto di svolta della storia dell'umanità: rappresenta l' inizio di quella che sarà la fantastica epopea dell'umanità.

Martello Neolitico, Museo di Stato
L'evoluzione della specie porta, come ulteriore progresso, l'uomo ad abbandonare gradualmente utensili di pietra o rame in cambio di quelli in bronzo: si apre l'era del bronzo. L'importante conquista consente prima di tutto di ottenere materiali più resistenti, ne scaturiscono interessanti conseguenze per la caccia e la difesa, oltre che nel padroneggiare le tecniche di fusione dei metalli, che prenderanno man mano sempre più importanza. La civiltà del bronzo, databile attorno al 2000 a.C. circa, vede nascere tutt'una serie di nuovi utensili in grado di aiutare l'uomo nella sua vita di tutti i giorni: ne è un esempio la magnifica ascia bronzea ritrovata presso il castello di Casole, a San Marino.

Ascia bronzea, Museo di Stato
Un passo ulteriore dell'evoluzione della specie umana nella zona ci porta direttamente al 900 a.C. circa, periodo in cui si affaccia la cosiddetta cultura Villanoviana, definizione data ai reperti archeologici rinvenuti a Villanova, nelle immediate vicinanze di Bologna. Anche questa manifestazione di civiltà ricopre un ruolo fondamentale nella storia delle genti italiche. L'elemento caratteristico della cultura villanoviana è rappresentato dalla scoperta e conseguente utilizzo del ferro, e segna il punto d'aggancio tra l'età del bronzo e quella del ferro. La peculiarietà dei villaggi villanoviani risiede nella sistemazione in insediamenti di tipo durevole, sostenuti da una rudimentale economia di agricoltura ed allevamento, nella cremazione e sistemazione in urne cinerarie dei corpi, oltre che ad una produzione di manufatti di scarso valore, i quali tuttavia col tempo andranno ad innescare i primi sussulti di commercio tra i popoli. Ed è proprio da questa cultura che videro la luce etruschi, umbri, latini e sabini.

La diffusione della cultura di Villanova ha direttamente influenzato quella degli etruschi, il più grande popolo dell'Italia antica, sia per dimensioni di territorio occupato che per grado di evoluzione economica e culturale. Sebbene il bacino originario degli etruschi fosse circoscritto al Lazio e Toscana, nel periodo del loro apogeo, 530-520 a.C., buona parte dell' Emilia Romagna era cosparsa di insediamenti più o meno importanti. L'espansione trans-appenninica iniziò per merito di alcune città settentrionali - poichè il sistema politico degli etruschi era basato sul concetto delle città-stato - quali Volsinii (l'attuale Bolsena), Perugia, Chiusi, Volterra le quali decisero tale mossa onde potere sfruttare i vasti mercati potenziali della pianura padana ed ottenere uno sbocco sull'Adriatico, che più tardi risulterà loro di grande aiuto. L'importante opera di insediamento vide come punti di riferimento Felsina (Bologna), Misa (Marzabotto) nella valle del Reno, e Spina nel delta del Po, ove era presente un importante emporio.

L'espansione delle culture villanoviana ed etrusca (in parte anche quella dell'uomo neolitico) è documentata con tracce archeologiche rinvenute anche nel territorio di San Marino. La località di Verucchio, nelle immediate vicinanze di San Marino, era uno dei maggiori centri di impianto di tale civilizzazione in Emilia-Romagna. L'influenza del nucleo di Verucchio si è fatta sentire anche a San Marino. Ne sono testimoni i preziosi di reperti villanoviani ritrovati negli scavi archeologici di Castellaro di Casole, Santa Mustiola, Fiorentino e sul crinale del Monte Titano. Si tratta di sepolcreti (Monte Titano) e di resti abitativi (attorno al Monte). La pratica villanoviana dell'incenerimento e conseguente sepoltura è stata documentata a Castellaro. Sono state infatti ritrovate buche circolari di 60 centimetri di diametro/profondità, contenenti urne cinerarie con resti di ossa oltre che un rocchetto di terracotta il cui utilizzo è ancora sono ancora ignoto. Purtroppo, all'epoca della costruzione del castello, diversi resti furono gettati nel torrente sottostante, con un incurante gesto di scarso rispetto e consapevolezza storica.

Rasoio lunato villanoviano, rinvenuto nei ruderi dell'antica Pieve

Per quanto riguarda gli etruschi si documenta la loro presenza grazie a tracce rinvenute a Casole. Si ricorda, del 1930, il ritrovamento di vasi rinvenuti durante i lavori di approfondimento di un'antico pozzo.

Con il declinare del dominio etrusco avvenuto, sia alle calate dei Galli Boi (390 a.C.) piombati dal nord, e dei quali rimane una piccola necropoli nella stessa Marzabotto, sia per l'espansione di Roma, il territorio sammarinese viene lentamente inglobato, per la prima volta, nel territorio romano. L'espansione di Roma sarà rapida. La pesante sconfitta militare di Sentino (295 a.C.), che opponeva i romani ad una coalizione di etruschi, galli e sanniti, segna un duro colpo alla resistenza etrusca. Nel 268 a.C. viene fondata la colonia di Ariminum (Rimini) nella quale molto probabilmente ricade l'attuale San Marino. Nel 264 a.C. lo Stato di Roma, con tutte le conseguenze logistiche e politiche del caso (leggi diretta amministrazione del Senato), era alle porte della colonia latina di Ariminum. Nel 222 a.C. tutta la Gallia Cisalpina (attuale Italia del Nord, dalla Toscana settentrionale in su) era domata dai discendenti di Romolo e Remo. Da questo momento in poi e fino ai primi segnali della decadenza dell'impero, l'Italia vivrà un periodo di totale sicurezza (a parte le incursioni di Annibale e Asdrubale e la guerra sociale del 91/88 a.C.). Sotto l'imperatore Augusto (63 a.C. -14 d.C.) fu attuata la divisione delle province. L'Italia fu divisa in 11 regioni, e l'8a, la regio VIII, era l'Aemilia, comprendeva la città di Ariminum e l'area di San Marino.

La presenza romana nel territorio di San Marino è sicuramente quella che ha lasciato più tracce. Sono state rinvenute tombe a Fiorentino, Castellaro, a Chiusa; sono state altresì trovate delle monete, a Montegiardino, oltre che nelle tombe anche sul Monte.

Monete romane rinvenute a Montegiardino, Museo di Stato

La pax romana, instaurata con pugno d'acciaio da Augusto nell'intero territorio imperiale, ha permesso anche in area riminese-sammarinese lo sviluppo di numerosi insediamenti di natura prevalentemente agricola, per lo più fattorie. I romani erano abituati ad assegnare le terre conquistate, secondo il sistema delle centuriazioni: era un metodo di ripartizione del territorio da assegnare in proprietà ai privati, secondo il sistema della suddivisione ortogonale dello spazio; i poderi risultavano pertanto a forma quadrata (centuria). A testimonianza di ciò sono rimasti i nomi di diversi fondi con palese assonanza latina; citiamo ad esempio Montecchio e Fabbrica. Nel placito feretrano sono 6 i fondi di origine latina: Fabbrica, Silvole, Griziano, Laritiniano, Petroniano, Erviano.

Gino Zani (storico sammarinese) suppone che sulla più alta vetta del Titano potesse esistere una torre di vedetta e di segnalazione a forma cilindrica che i romani usavano correntemente nelle loro strategie di comunicazione. Zani propone perfino una delucidazione sulla possibile origine del nome di Cesta, la più alta vetta del Titano. Egli sostiene che agli abitanti delle fattorie sottostanti al monte, la torre "ricordava certamente da lontano l'aspetto di uno di quei recipienti con coperchio portati nei misteri dionisiaci da sacerdoti per conservare e nascondere ai profani gli oggetti sacri per il rito del tempio, chiamati appunto 'cistae misticae' ". Da qui il possibile nome di Cista. L'ipotesi non rileva però un consenso generale.

Cerchiamo di riassumere quanto fin qui detto per capire meglio il rapporto del territorio di San Marino con i popoli che lo hanno abitato. Abbiamo detto che ci sono resti dell'uomo neolitico; più consistenti tracce del periodo villanoviano; tracce di etruschi, influenze umbre, ed una probabile intensa colonizzazione rurale romana. In tutti i casi, a detta degli studiosi, occorrerebbe effettuare ricerche più approfondite e sistematiche sul territorio; emergerebbero in tal modo dati più chiari sulla storia antica di San Marino, a volte confusa.

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testo e cartine Riccardo Bombardini
impag. Robert Gasperoni
fotografie cortesia della AIEP Editore.

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