(ANSA)
- ROMA, 23, mar - Il Polo Nord e il Polo Sud si
stanno sciogliendo piu' rapidamente di quanto gli
esperti si aspettassero: e' il risultato di due
studi pubblicati su Science e condotti negli Stati
Uniti da ricercatori del National Center for
Atmospheric Research (NCAR) e dell'Universita'
dell'Arizona. Gli studi, basati sia su modelli
informatici sia raccogliendo prove sul clima nelle
ere passate, hanno consentito di prevedere che,
entro il 2100, le estati artiche saranno calde
quanto lo furono 130.000 anni fa (durante l'ultima
era interglaciale), quando i livelli degli oceani si
alzarono di 6 metri in piu' rispetto a oggi. A
permettere le ricerche, guidate da Bette
Otto-Bliesner del NCAR e da Jonathan Overpeck dell'universita'
dell'Arizona, una serie di informazioni raccolte
principalmente dalle barriere coralline, dai
sedimenti marini e dalle carote di ghiaccio e le
simulazioni eseguite con il Community Climate System
Model(CCSM) dell'NCAR, un potente computer per
simulare il clima nel passato, nel presente e nel
futuro. ''Sebbene il nostro lavoro sia stato
focalizzato in Artide e Antartide, le conseguenze
sono globali - ha detto Otto-Bliesner - il ghiaccio
si sta sciogliendo prima del previsto e gli oceani
si stanno alzando''. Inoltre, le ricerche a cui
hanno partecipato anche ricercatori dell'universita'
di Calgary, Colorado, della Pennsylvania e del U.S.
Geological Survey, mostrano che l'aumento dei gas
serra durante le estati del prossimo secolo
potrebbero riscaldare l'Artico di 5-8 gradi
Fahrenheit (3-5 gradi Celsius). Dalle informazioni
raccolte e dalle simulazioni al computer, gli
esperti hanno stabilito che la situazione climatica
odierna somiglia moltissimo a quella dell'ultima era
interglaciale, cioe' 130.000 anni fa, quando
l'aumento delle temperature fu causato dal
cambiamento dell'inclinazione e dell'orbita della
Terra e dall'incremento della radiazione solare
all'Artico. Overpeck ipotizza che, in quel periodo,
l'aumento del livello degli oceani, prodotto dal
riscaldamento dell'Artico e dallo scioglimento delle
sue placche di ghiaccio, avrebbe destabilizzato i
confini ghiacciati del continente antartico causando
il loro collasso. Se tale processo accade oggi,
secondo il ricercatore, ''sarebbe accelerato
dall'effetto serra'' e dall'inquinamento che
scurendo la neve le permette di assorbire piu' luce
solare. Secondo le previsioni il processo di
scioglimento che oggi ha una velocita' di 2,54
centimetri in dieci anni, sara' irreversibile
durante la seconda meta' di questo secolo ''a meno
che - ha detto Overpeck - non riduciamo le emissioni
di gas serra e l'inquinamento''. Secondo gli esperti
le riduzioni dovrebbero avvenire subito o al massimo
in questa decade altrimenti si rischia di vedere per
il prossimo futuro gli oceani salire di 4-6 metri e
questo metterebbe a rischio le coste di tutto il
pianeta. ''A breve termine - ha detto Shawn Marshall
dell'universita' di Calgary - si alzeranno gli
oceani, a lungo termine le foreste Boreali si
sposteranno piu'a Nord e scompariranno i ghiacci
dalla Groenlandia''. (ANSA). Y75-MRB
23/03/2006 16:48
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