"Atlantis.
Indagine
bibliografica dalle fonti di Platone fino agli scrittori moderni e le
ipotetiche ricostruzioni cartografiche"
a cura di
Ernesto Paleani..
La
Leggendaria Terra di MU
Durante
gli anni Venti e Trenta, un anglo-americano, James Churchward,
pubblicò vari libri nei quali si narrava la storia del continente
perduto di Mu; nella sua cartina è visibile Mu che include una gran
parte della Polinesia, delle isole Hawaii e dell’isola di Pasqua.
Churchward stabilì che Mu era scomparsa tra le onde dell’Oceano
Pacifico circa 13.000 anni fa, lasciando come unica testimonianza
solo la miriade di isole della Polinesia.
Il
misterioso continente si sarebbe esteso nel Pacifico come residuo
della più antica Lemuria e sarebbe stato la base delle civiltà
cinese, indiana, persiana, egiziana, mesopotamica e greca.
Testimonianze
della civiltà di Mu sarebbero state alcune iscrizioni incise su
tavolette, o rocce, ritrovate in India, più esattamente nel Tibet,
e nell’Isola di Pasqua; alcuni studiosi sono convinti che
anche le gigantesche statue che si trovano in questa isola,
sarebbero antico retaggio della civiltà di Mu.
Dopo
la distruzione di Mu i sopravvissuti si divisero in due rami di
espansione, uno di questi giunse in India proseguendo fino in
Mesopotamia, dove si dice che lo stesso Mosè fosse stato ispirato
dalle tavolette Naacal per la stesura delle Tavole della Legge.
Circa 17.000 anni fa, in Eurasia, era presente la più grande
colonia di Mu, nota come Uighur, il cui ceppo razziale è da
considerarsi l’antenato della razza ariana. L’altro ramo di
espansione, invece, era giunto in America. Secondo alcuni, la stessa
gloriosa civiltà Maja era originariamente costituita da componenti
di carnagione bianca provenienti direttamente da Mu. Secondo quanto
Churchward dedusse dalle tavolette e da altri antichi testi indiani,
vi fu un tempo una civiltà antichissima, in una terra che 50.000
anni fa era abitata da 64.000.000 di persone, sotto molti aspetti
superiore alla nostra civiltà. Questo leggendario continente non
presentava montagne, ma solo alture, tanto da essere chiamato il
Paese dell’argilla; le sue dimensioni coprivano una zona di
circa 8.000 chilometri da Nord a Sud e 5.000 chilometri da Est a
Ovest, interessando un tratto dell’Oceano Pacifico ed estendendosi
fino all’isola di Pasqua. Secondo lo stesso Churchward, la forma
di governo vigente era una sorta di teocrazia cui stava a capo Ra,
l’Imperatore sacerdote chiamato anche Ra-Mu. Diverse migliaia di
anni fa un primo sconvolgimento sommerse le parti meridionali di Mu,
che tuttavia col tempo riprese la sua originale prosperità, ed il
ricordo di questa catastrofe era ormai quasi dimenticato dalle
generazioni successive quando Mu fu sottoposto all’ultimo
definitivo disastro, in un periodo compreso tra i 12.000 e i 12.500
anni fa, all’incirca durante il periodo dell’affondamento di
Atlantide. I documenti parlano di un immenso sconvolgimento simile
ad un grande terremoto, che fa pensare ad un assestamento tettonico;
la terra si sollevò e si agitò, templi e palazzi furono distrutti.
Parte della popolazione si salvò sulle alture che ancora
affioravano, ma le terribili condizioni portarono all’abbrutimento
e al cannibalismo. E così dopo Mu, in breve tempo, anche le sue
colonie come Uighur, che non ricevevano più il sostentamento dalla
Madreterra, subirono un lento declino che portò alla loro
scomparsa. Dalle ceneri di Mu nacque la civiltà attuale.
Il
Continente Mu di
Axel Famiglini
Il
colonnello inglese, James Churchward, stanziato in India verso il
1870, durante un periodo di grave carestia, si trovava presso un
tempio a recare aiuto al sommo sacerdote. Churchward fece amicizia
con il sacerdote, scoprendo che entrambi avevano una grande passione
per l'archeologia. Un giorno il colonnello britannico si trovava nel
tempio intento a decifrare un'iscrizione. Il sacerdote, dopo averlo
visto tanto impegnato in quell'impresa, aiutò Churchward a tradurre
ciò che era scritto sul muro del tempio, rivelandogli anche che si
trattava di una lingua estremamente antica. Il sacerdote inoltre
confessò che all'interno del tempio esistevano delle tavolette
scritte nella stessa lingua che parlavano della terra di origine del
genere umano, il continente Mu. Queste tavolette erano state
ritrovate in una delle sette città sacre dell'India (Rishi) e
appartenevano ad una collezione molto più vasta. Il sacerdote disse
a Churchward che le tavolette erano sacre poiché erano state
scritte in un linguaggio oscuro e ricco di significati esoterici dai
Sacri Fratelli, detti Naacal, venuti dalla madre patria in Asia sud
orientale a portare le sacre scritture, le scienze e la religione.
Le tavolette in questione sarebbero state vecchie di migliaia di
anni e sarebbero state scritte, secondo il sacerdote, in Birmania o
addirittura sul continente Mu. Purtroppo la sacralità e
l'importanza di quelle tavolette era tale che era vietato rimuovere
le loro custodie. Tuttavia una sera Churchward scoprì che il suo
amico sacerdote aveva preso due tavolette e si accorse subito che
erano di argilla cotta al sole ed erano impolverate. Alla fine
Churchward e il sacerdote decisero di esaminare tutte le tavolette e
le tradussero integralmente. Scoprirono che le tavolette parlavano
della creazione del mondo e dell'uomo, il quale era comparso per la
prima volta nel continente Mu. Churchward, capita l'importanza della
sua scoperta, iniziò a girovagare in India, poi in Birmania e
infine per tutto il mondo alla ricerca di altre tavolette.
Importanti per le ricerche di Churchward furono le scoperte di
William Niven in Messico. Niven infatti scoprì delle città sepolte
vecchie di decine di migliaia di anni distrutte da immensi
cataclismi vulcanici. Tutto ciò, secondo Churchward, avrebbe
dimostrato l'esistenza di civiltà "preistoriche"
avanzate, come Mu. Inoltre Niven, durante i suoi scavi trovò
duemilaseicento tavolette che facevano riferimento a Mu, permettendo
a Churchward di aumentare le proprie conoscenze sul continente
perduto.
Churchward,
dopo molti viaggi e ricerche, riuscì a tracciare una storia di Mu
che qui vi presento. Il continente Mu, situato nell'oceano pacifico,
era un vasto territorio ondulato che aveva come confine
settentrionale le isole Hawaii e come confine meridionale una linea
immaginaria tracciata tra l'Isola di Pasqua e le Fiji. Da est a
ovest misurava 8000 Km e in senso verticale 5000 Km. Mu era ricca di
vegetazione tropicale, fiumi, laghi e grandi animali. Era una sorta
di grande giardino dell'Eden. Il continente era abitato da
sessantaquattro milioni di abitanti, divisi in dieci tribù o stirpi
e governati da un re unico (che aveva poteri sia spirituali che
temporali), detto Ra-Mu. Il regno di questo monarca venne chiamato
"impero del Sole". La religione seguita su Mu era unica
per tutti i suoi abitanti: essi adoravano una divinità che veniva
indicata con il nome fittizio "Ra il Sole", poiché gli
abitanti non ne pronunciavano mai il vero nome. Gli abitanti di Mu
credevano nell'immortalità dell'anima e del suo futuro ritorno a
Dio. Nel continente Mu non c'erano mai state violenze e si viveva
nel benessere e nella prosperità. Mu, popolata da diverse razze,
era dominata dalla razza bianca; le altre genti non avevano
posizioni politiche rilevanti. La navigazione era una delle attività
preponderanti dei "muani", tuttavia essi erano anche
ottimi architetti e scultori. Il materiale principale utilizzato in
queste arti era la pietra. Mu era divisa in tre grandi zone ed aveva
sette città principali. Da Mu partirono navi che raggiunsero tutto
il mondo e portarono scienza, religione e commercio. Mu fondò
diverse colonie tra cui l'impero coloniale di Mayax in America,
l'impero Uighur nell'Asia centrale e nell'est Europeo e il regno dei
Naga nell'Asia meridionale. Secondo le tradizioni degli abitanti di
Mu, la cui terra esisteva già 50.000 anni fa, l'uomo fece la sua
comparsa su questo continente. Nel periodo di massimo sviluppo per
gli abitanti di Mu, la parte meridionale del continente fu sconvolta
da catastrofi vulcaniche e da maremoti. Dopo questo periodo di
instabilità geologica, la vita su Mu riprese e vennero ricostruite
le città e i templi. Tuttavia, quando la precedente catastrofe
sembrava già dimenticata, il continente Mu, circa 13.000 anni fa
(poco dopo la stessa sorte sarebbe toccata ad Atlantide), fu
distrutto definitivamente, inabissandosi. Lo sprofondamento causò
un immenso maremoto che sconvolse tutto il pianeta. Pochi
sopravvissero alla tragedia, che si salvarono sulle odierne isole
del pacifico, ultimi residui del continente Mu. I superstiti si
imbarbarirono presto, creando solo miti e leggende sul loro glorioso
passato.
Churchward,
con l'utilizzo delle tavolette e di altre fonti (quali il
Manoscritto troano, il Codex cortesianus, il Manoscritto di Lhasa,
le iscrizioni del tempio di Uxmal nello Yucatàn, le iscrizioni del
tempio di Xochicalo a 96 Km a sud - ovest di Città del Messico, il
Ramayana ecc…) tradotte anche in modo molto particolare (qui
faccio riferimento specialmente alle fonti classiche), non solo ha
svelato al mondo l'antica storia del continente Mu e dell'origine
dell'uomo e della terra, ma ha anche costituito una scienza
geologica alternativa a quella tradizionale basandosi sulle
conoscenze millenarie che gli abitanti di Mu avevano accumulato in
materia.
LA
LEGGENDA DEL CONTINENTE MU tra MAYA,
POLINESIANI e ...
MU
è un leggendario e per ora immaginario continente che si sarebbe
trovato fino a circa 12-13.000 anni fa nel Sud Pacifico andando ad
occupare quella zona di mare oggi chiamata Polinesia e ( parte della
) Melanesia ... praticamente un enorme continente che sprofondò
poco prima di Atlandide a seguito di un cataclisma (asteroide ?
serie di eruzioni vulcaniche ?) i cui picchi montagnosi sono
identificati da una miriade di isole come le Hawaii a Nord, le Fiji
ad Ovest e l'Isola di Pasqua ad Est. Il continente aveva ovviamente
un clima tropicale e i suoi 64 milioni di abitanti (divisi in 10
stirpi) prosperavano in pace grazie alla terra generosa e grazie
alla saggia guida del Ra-Mu, un Re di razza bianca (la razza
dominante a Mu), che amministrava anche la religione nella quale
veniva adorato il Dio Sole "Ra".
Oltre alle arti una delle principali occupazioni degli abitanti era
la navigazione e dalle sette città partirono molti uomini diretti
in tutte le direzioni spandendo praticamente in tutti i territori
anche non costieri una comune cultura e conoscenza.
Quando Mu sprofondò si creò un enorme maremoto che distrusse
praticamente tutte le civiltà (diluvio universale?) facendo perdere
le prove dirette di questa grande civiltà (tranne qualche mito e
leggenda tramandata dai superstiti ... così il cammino culturale
dell'uomo iniziò daccapo!
Tra i materiali preferiti per le arti vi era la pietra ed i metodi
di trasporto e di messa a dimora erano molto avanzati (ancora oggi
non si conoscono i dettagli sul trasporto dei Mohai dell'Isola di
Pasqua ed i blocchi delle Piramidi Egizie ...).
Ma da dove viene la leggenda?
Tutto iniziò quando nel 1868 un certo colonnello
Churchward che lavorava in un tempio in India scoprì dei
bassorilievi che parlavano di alcune tavolette di argille custodite
nel tempio stesso. Riuscì a poterle visionare (grazie anche alla
curiosità del sommo sacerdote guardiano del tempio) e scoprì la
descrizione del continente Mu.
Da quel giorno la vita del colonnello cambiò e passò il resto dei
suoi anni (spendendo tutti gli averi) alla ricerca di altre prove
del mitico continente descritto. Tra le sue scoperte riuscì a
tradurre dei testi Maya contenuti negli archivi spagnoli tramite la
"chiave" del testo delle tavolette Indù e trovò molte
analogie e relazioni con il mitico continente nelle tombe scoperte
in Cina nel deserto del Gobi dal russo Koslov, in manoscritti
Tibetani, ecc.
La cosa però più impressionante fu la similitudine tra gli scritti
Indù e le iscrizioni Maya (e relativa descrizione del continente
polinesiano) rinvenute direttamente nello Yucatan (Messico) da Niven
(e visionate poi da Churchward) presso Uxmal e ChichenItza.
Molte delle scoperte di Churchward furono poi confermate molti anni
più tardi dal vasellame ritrovato a Glozel in Francia e da alcune
iscrizioni nei siti sacri a Tiahuanaco in Bolivia.
Continenti
perduti: Atlantide e Mu
Il
filosofo Platone nel 400 a.C. fu il primo a raccontare la storia di
Atlantide nei suoi due dialoghi : il "Timeo" e il
"Crizia". Secondo Platone si trattava di una grande isola
nell'Oceano Atlantico che era scomparsa nelle onde 9000 anni prima.
Da quel momento in poi furono scritti centinaia di libri sull'isola.
Secondo la teoria più recente, Atlantide era il continente oggi
conosciuto col nome di Antartico e i resti di grandi città adesso
si troverebbero in profondità sotto il ghiaccio.
Altro
continente mitico era Mu. Secondo la leggenda queste due terre
sorgevano rispettivamente in pieno Oceano Atlantico e nel sud
Pacifico. Il livello tecnologico raggiunto da queste due civiltà
doveva essere molto avanzato e confrontabile col nostro già in quel
remoto passato, tale da portare ad un conflitto nucleare tra le due
nazioni. Questa guerra catastrofica avrebbe causato l'annientamento
totale e reciproco e l'inabissamento delle due isole.
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Nella
cartina la posizione più accreditata di Atlantide
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Un
altra ipotesi parla dell'esistenza della sola Atlantide ricchissima
e fertile che sarebbe stata distrutta da un gigantesco asteroide o
meteorite (che sembra effettivamente sia piombato giù dal cielo
proprio in quel periodo).
La
vicenda di Atlantide e Mu è storia o leggenda e mito? Forse non lo
sapremo mai, ma negli ultimi decenni vari studiosi hanno trovato
indizi e tracce di queste civiltà antichissime che
testimonierebbero la loro effettiva presenza.
Sotto
il mare al largo di Cuba, a diverse centinaia di metri di profondità,
sono state rinvenute intere strade lastricate e grandi mura
perfettamente scolpite; lo stesso Platone parla di popoli di
commercianti e navigatori che sarebbero vissuti molti anni prima al
largo delle coste della Spagna.
Ritornando
al continente Mu sappiamo che esso si estendevano in quello che
oggi è l'oceano pacifico, circa 12.000 anni fa. Non siamo
completamente certe della sua esistenza, ma ci sono molte possibilità
che sia così. Tutta la vicenda comincia nel 1868, per parte del
colonnello Churchward che a quell'epoca si trovava in India dove era
diventato l'assistente di un Gran Sacerdote e studiava con
accanimento le iscrizioni di un antico bassorilievo. Traducendo
varie crittografie, apprese che gli archivi del tempio dove si
trovava, custodivano molte tavolette di argilla: esse erano state
redatte dai Naacal (fratelli santi) nella loro terra madre
scomparsa: il continente Mu.
Purtroppo
le tavolette non potevano essere lette poiché erano conservate in
un involucro di tessuto. Il colonnello però, per mezzo di uno
stratagemma, riuscì a convincere il Gran Sacerdote a svolgere il
loro involucro. Evidentemente anche il Gran Sacerdote era curioso di
leggere le tavolette, se si fece convincere così facilmente. Aprì
quindi gli involucri e apparvero varie iscrizioni su argilla che
furono tradotte dal colonnello Churchward. Le tavolette contenevano
nientemeno che la storia dell'umanità dall'inizio e la storia dello
sprofondamento, avvenuto 12000 anni fa, del continente Mu.
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La
celebre scultura greco-ibera "Signora di Elche"
fu
ritrovata ad Alicante (Spagna) e risalirebbe al 400
a.C.
circa. Secondo alcuni studiosi rappresenterebbe
una
sacerdotessa di Atlantide.
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In
Messico, nel frattempo, un geologo inglese, un certo William Niven,
aveva rinvenuto delle tavolette con iscrizioni indecifrabili.
Churchward, osservate le iscrizioni, disse che erano identiche a
quelle che egli aveva veduto in quel lontano tempio indiano. E c'era
di più: il colonnello disse che con la chiave indù era riuscito a
tradurre due famosi testi maya: il "Codex Cortesianus" e
il "Manoscritto Troano". Convinto dell'universalità della
civiltà di Mu, Churchward si mise in giro per il mondo per trovare
conferme alla sua scoperta.
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In
questo Tempio Churchward imparò a tradurre le tavolette
Naacal grazie ai pazienti insegnamenti di un sacerdote che
per due anni gli insegnò a capire il significato di
quegli ideogrammi che troviamo nelle parti più diverse
della terra.
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Un
esempio delle tavolette di William Niven - il geologo che
in territorio messicano scoprì e catalogo oltre 2.600
tavolette in pietra le cui iscrizioni erano in un idioma
ideogrammatico, che egli riteneva simile a quello delle
tavolette Naacal - la croce che si muove è il segno della
forza di Dio, della vita in evoluzione
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Il
popolo di Mu avrebbe infatti colonizzato il mondo intero. Si
chiamava, nella propria lingua, Uighur e avrebbe avuto la capitale
in Asia, precisamente dove il professore russo Koslov aveva
scoperto, nel deserto di Gobi, in Cina, a 50 piedi di profondità
sotto le rovine della città di Khara-Khota, una tomba dipinta,
vecchia di almeno 18000 anni. In essa vi erano i resti di un re e di
una regina fregiati, secondo il colonnello Churchward, delle insegne
di Mu, una M, il Tau ed un cerchio attraversato verticalmente da una
linea. Un manoscritto scoperto in un antico tempio di Lhasa, in
Tibet, racconterebbe anch'esso la fine di Mu.
Inoltre,
il vasellame trovato a Glozel, in Francia, nel 1925 riprodurrebbe i
segni e la scrittura di Uighur. L'apogeo di Mu daterebbe da 75000
anni ma l'impero vero e proprio risalirebbe a 50000 anni fa.
Il
colonnello Churchward non ha mai fornito le prove delle sue famose
tavolette di argilla indù, ma certamente non se l'è inventate.
Forse la sua teoria non è vera, ma bisogna considerare che quello
che lui affermava nella seconda metà del XIX secolo si ritrova
confermata nei ritrovamenti di Glozel (avvenuti 50 anni dopo) e di
Tiahuanaco. Un altro punto a favore della buona fede del colonnello
è che egli sperperò la sua fortuna nei giri fatti intorno al mondo
per trovare una conferma alla sua storia. Forse Mu è un'invenzione
o forse no. Un giorno forse lo sapremo.
Continenti
sotto il mare?
La
storia di Atlantide è una storia misteriosa. A parlarci di
quest'isola fantastica, abitata da una dinastia di principi di
grande saggezza, è il filosofo greco Platone, in un dialogo
intitolato Timeo.
Mappa
del mondo, in cui è disegnata la posizione di Atlantide.
Conservata
alla Biblioteca Nazionale di Parigi
Platone parla del mare Atlantico e dice:
"Allora infatti quel mare era navigabile, e davanti a
quell'imboccatura che, come dite, voi chiamate colonne d'Ercole,
aveva un'isola, e quest'isola era più grande della Libia e
dell'Asia messe insieme: partendo da quella era possibile
raggiungere le altre isole per coloro che allora compivano le
traversate, e dalle isole a tutto il continente opposto che si
trovava intorno a quel vero mare. Infatti tutto quanto è compreso
nei limiti dell'imboccatura di cui ho parlato appare come un porto
caratterizzato da una stretta entrata: quell'altro mare, invece,
puoi effettivamente chiamarlo mare e quella terra che interamente lo
circonda puoi veramente e assai giustamente chiamarla
continente".
Platone sembra intendere di essere a conoscenza dell'esistenza del
continente americano e, prima di esso, di questa grande isola:
Atlantide. Dice di aver sentito raccontare di Atlantide e che fu il
Greco Solone il primo a parlare di quest'isola. Ma cosa successe? Il
filosofo continua così: " In quest'isola di Atlantide vi era
una grande e meravigliosa dinastia regale che dominava tutta l'isola
e molte altre isole e parti del continente: inoltre governavano le
regioni della Libia che sono al di qua dello stretto sino
all'Egitto, e l'Europa sino alla Tirrenia. Tutta questa potenza tentò
allora di colonizzare con un solo assalto la nostra regione e ogni
luogo che si trovasse al di qua dell'imboccatura."
La "nostra regione" di cui parla Platone è la Grecia, che
si oppose con coraggio all'invasione del popolo di Atlantide,
proprio grazie a Solone, che è conosciuto nella storia per essere
stato un grande politico. E dopo … " avvennero terribili
terremoti e diluvi, trascorsi un solo giorno e una sola notte
tremendi, tutto il nostro esercito sprofondò insieme nella terra e
allo stesso modo l'isola di Atlantide scomparve sprofondando nel
mare: perciò anche adesso quella parte di mare è impraticabile e
inesplorata, poiché lo impedisce l'enorme deposito di fango che che
vi è sul fondo formato dall'isola quando si adagiò sul
fondale".
Atlantide, quindi, giace sul fondo del mare, insieme ad altre,
antiche, civiltà. Sempre Platone, infatti, scrive:
un tempo vi furono grandi inondazioni, dalle quale ben pochi uomini
riuscirono a salvarsi. Le città furono completamente rase da tale
distruzione, gran parte della loro civiltà fu con esse seppellita
sotto le acque, ed è occorso lunghissimo tempo per ritrovarne la
traccia … "
P
Suggerendo non solo che il Diluvio di cui parlano le religioni di
molte e diverse parti del mondo, tra cui la Bibbia, avvenne davvero,
ma che altri continenti "mitici", sono sprofondati sotto
al mare. La teoria non è così ardita come sembra. Solo
recentemente gli archeologi si stanno dedicando al mare e ai suoi
segreti. Si stanno trovando tracce di civiltà sprofondate, attorno
al Giappone, o in Malesia, là dove, ad esempio, indaga il
giornalista Graham Hancock, ormai specializzatosi in indagini sulle
civiltà perdute.
Nel Pacifico, soprattutto, si cerca il continente di Mu, di cui
venne a conoscenza il colonnello Churchward a metà del 1800,
durante un suo viaggio in India. Il colonnello sostiene di aver
letto delle tavolette che contenevano l'intera storia di questo
continente, sprofondato sotto il mare 12.000 anni fa, dopo che i
suoi abitanti avevano colonizzato ogni regione del mondo.
Difficile credergli completamente, ma difficile, anche non essere
affascinati dall'idea che, al di sotto del mare, si estendano imperi
che ancora non conosciamo.
Archeologia
- La piramide nell'oceano
(di
Francesca Sereni)
È
un'enorme struttura di roccia a gradini sommersa dalle acque del
Pacifico: è opera della natura o la prova dell'esistenza di Mu, il
continente inghiottito dalle acque ancor prima della mitica
Atlantide?
Cosa
succederebbe se scoprissimo che la nostra civiltà, prima ancora di
esprimersi nelle grandi culture come l'Egitto delle piramidi, la
Mesopotamia delle ziqqurat o la Cina della Grande Muraglia, era già
nata in un remoto angolo dell'Oceano Pacifico? Dovremmo riscrivere
la storia.
E'
esattamente quello che potrebbe accadere se la misteriosa struttura
scoperta sui fondali di Yonaguni, l'ultima isola delle Ryukyu,
l'arcipelago più a Sud del Giappone, si rivelasse la più antica
costruzione dell'uomo. Si troverebbero le prove dell'esistenza del
leggendario Mu, un enorme continente inabissatosi nell'Oceano
Pacifico. Una seconda Atlantide, dopo quella, altrettanto
misteriosa, collocata nell'Oceano Atlantico. Un mitico continente Il
mito di Mu è stato tramandato da James Churchward, un colonnello
inglese a lungo distaccato in oriente dall'Impero coloniale
britannico. Nel 1868 il colonnello affermò di essere entrato in
possesso di alcune tavolette di argilla per secoli abbandonate in un
remoto monastero orientale, che recavano incisa, in una scrittura
misteriosa, la storia di questo continente. Secondo le tavolette, Mu
era un immenso continente dove circa 50 milioni di anni fa avrebbe
avuto origine la vita. Il popolo di Mu adorava il Sole, di cui il re
era diretta emanazione, e avrebbe colonizzato tutto il mondo,
affidando ogni paese a un sovrano "figlio del Sole". Una
civiltà operosa e prospera che sarebbe perita all'improvviso nel
periodo di massimo splendore: circa 25mila anni fa, infatti,
violentissimi terremoti e maremoti si sarebbero abbattuti su questa
terra facendola sprofondare negli abissi. Per i successivi
cinquant'anni Churchward si dedicò alla decifrazione delle
tavolette e a viaggi intorno al mondo per raccogliere tutte le
informazioni possibili su questa presunta culla della civiltà
umana. Ma senza successo. Finchè quasi cento anni dopo, nel 1985,
il giapponese Kikachiro Aratake, una guida subacquea di Yonaguni,
durante un'immersione a circa 150 metri al largo dell'isola, fece la
sensazionale scoperta: un'enorme struttura di pietra, dall'aspetto
simile a una piramide, che si ergeva a una profondità di 25 metri.
Yonaguni è situata molto più a Ovest rispetto alla zona dove
Churchward aveva localizzato Mu, ma potrebbe comunque essere un
primo indizio. La scalinata sommersa "Nuotavo spinto dalla
corrente quando improvvisamente mi si parò davanti una ripida
parete di pietra", ricorda Aratake. "Dovetti aggrapparmi
con le mani alla roccia per costeggiare la struttura e non essere
spinto lontano. Dopo la lunga passeggiata subacquea mi ritrovai di
fronte a uno spettacolo da mozzare il fiato: la facciata era
percorsa da scalinate, ognuna delle quali conduceva a terrazzamenti
su vari livelli, in un insieme irregolare, ma continuo fino alla
cima. La costruzione era così perfetta che mi aspettavo da un
momento all'altro di vedere qualcuno uscirne. Ma gli unici abitanti
erano i pesci che nuotavano intorno a me, e il silenzio del luogo
era rotto solo dal battito del mio cuore". La notizia del
ritrovamento fu divulgata alla comunità scientifica nel 1986 e solo
dal 1990 la zona fu dichiarata sito archeologico ufficiale. Ma cosa
rappresenta questa sorta di piramide? Come e quando è stata
sommersa? è davvero opera dell'uomo o è uno scherzo della natura?
Newton lo ha chiesto a Ma-saaki Kimura, docente di Oceano-grafia
all'Università delle Ryukyu e "padre accademico" del
sito.
"L'irregolarità
e le dimensioni della struttura hanno reso difficile ricostruirne
l'aspetto d'insieme", esordisce lo studioso. "E avverse
condizioni ambientali (come il kuroshio, la forte corrente calda del
Pacifico, e i monsoni che impediscono le immersioni per molti mesi
l'anno) hanno rallentato le operazioni. Finalmente", aggiunge
Kimura, "siamo riusciti a misurare la struttura: è un unico
enorme blocco di roccia lungo 200 metri, largo 150 e alto circa 20.
Per stabilire a che epoca risalga dobbiamo ancora fare analisi. La
completa sommersione del luogo sarebbe stata causata
dall'innalzamento del livello del mare in seguito all'ultima
glaciazione, cioè almeno 9-10.000 anni fa, ma è anche plausibile
che si tratti di una costruzione più recente, realizzata tra il
4000 e il 400 avanti Cristo". Visita subacquea guidata Quando
Kimura inizia a descrivere il "suo" palazzo, sembra quasi
di nuotare tra le parti più importanti della struttura. "La
prima cosa che si nota nella sezione inferiore è un corridoio che
si sviluppa lungo l'intero perimetro e che descrive, nell'estremità
occidentale, una curva perfetta intorno alla parete", racconta
l'esperto. "Dalla facciata Sud, quella principale, partono le
scalinate che portano alla zona dei terrazzamenti (a Ovest) e a
quella che abbiamo definito "sacra" (a Est)". Le
scale, con gradini ben delineati e piuttosto alti, sono uno dei
punti sui quali Kimura subisce più spesso gli attacchi dei
sostenitori della tesi per la quale saremmo di fronte all'opera
della natura e non dell'uomo. "Senza dubbio i gradini di alcune
scalinate sono alti, alcuni arrivano persino a un metro, tanto da
risultare poco agibili per l'uomo. Obiezione alla quale io ribatto
che su cinque scalinate, ben tre sono "a misura di passo
umano", perfettamente percorribili". Ma non è questa
l'unica prova a favore dell'ipotesi che la costruzione sia opera
dell'uomo, secondo l'oceanografo giapponese. "La piramide è un
monolito, cioè un unico blocco di pietra, ma durante le analisi
abbiamo trovato numerose pietre aggiuntive di diverse forme e
dimensioni", spiega Kimura. "Quelle squadrate, concentrate
solo nelle vicinanze della piramide, sembrano frammenti derivanti
dai processi di lavorazione della struttura (per esempio l'intaglio
delle terrazze e delle scale). Le pietre rotonde, invece, potrebbero
far parte di un rudimentale sistema per drenare l'acqua piovana. Si
trovano, infatti, concentrate solo vicino a solchi scolpiti sulle
superfici di roccia, che probabilmente fungevano da grondaie".
Benvenuti
nel luogo sacro Salendo le scale a Est si accede alla sezione più
alta, quella che Kimura definisce "sacra". In questo lato
sono stati trovati una serie di curiosi reperti, di cui, però,
ancora non si conoscono le funzioni. "Prima di tutto una
"scultura" simile a un uccello di pietra, poi una sorta di
"vasca" dal profilo triangolare scavata nella
roccia", descrive con entusiasmo lo studioso. "Infine, un
blocco di roccia scolpito a forma di tartaruga che richiama le
cosiddette kamekobaka (letteralmente "tombe a guscio di
tartaruga"), ritrovate anche a Okinawa, la principale isola
dell'arcipelago delle Ryukyu". A Nord, al centro di un'ampia
pedana, si trova il vero oggetto di culto: una sorta di dolmen
formato da una roccia orizzontale di 3 metri per 3, sostenuta da due
pietre circolari più piccole. Poco lontano dal tempio è stato
trovato un altro strano reperto: un megalite simile alle famose
sculture dell'Isola di Pasqua, i Moai. "Si tratta di una grande
roccia ovoidale con una serie di intagli nella parte superiore che
sembrano tracciare un volto", racconta Kimura. "Nelle
fessure orizzontali che corrispondono agli occhi sono incastrate due
pietre che potrebbero rappresentare le pupille". A conferma
dell'ipotesi che si tratti di un tempio edificato dall'uomo, Kimura
rileva una notevole vicinanza del monumento al Tropico del Cancro.
"Questa precisa collocazione geografica, secondo me, potrebbe
indicare che gli antichi "costruttori" avevano precise
cognizioni astronomiche". Ma chi ha eretto questa
"piramide"? Kimura non si sbilancia. "L'ipotesi più
plausibile è che sia opera di una popolazione arrivata dalle coste
dell'Asia Sudorientale seguendo le rotte delle grandi migrazioni
preistoriche", spiega il professore. Tuttavia, per quanto
riguarda il tipo di civiltà degli uomini che realizzarono l'impresa
non si sa molto. "I reperti fanno ipotizzare un'organizzazione
sociale con uno sviluppo tecnologico avanzato: questa misteriosa
popolazione doveva essere in grado di realizzare lavori edili su
grande scala, oggetti di pietra e incisioni su roccia, che
potrebbero rivelarsi i segni di un sistema di scrittura pittografica".
Alcune incisioni ritrovate nel sito di Yonaguni, infatti, sono molto
simili a quelle di una stele conservata al museo di Okinawa, la
principale isola delle Ryukyu, e non ancora datata né decifrata.
"Uno dei simboli di questa stele" sottolinea Kimura,
"sembra un tempio sommerso. Se così fosse, potrebbe indicare
che la struttura era già scomparsa ai tempi della stele". Il
racconto dagli abissi Tanti sono ancora i misteri che avvolgono
Yonaguni. E ci vorrà ancora tempo per stabilire se il
"tempio" è la prova che il colonnello Churchward cercò
per una vita. "Non so se sia la prova decisiva dell'esistenza
del mitico continente Mu", conclude Kimura. "Di certo su
questa roccia è incisa una pagina importante di storia. Dobbiamo
solo imparare a leggerla".
Libri in esposizione |
Prima esposizione di libri del
"Fondo" in Palazzo Ubaldini con visione delle schede
delle pubblicazioni |
Cdrom e DVD |
Cdrom e DVD home video |
ricostruzioni cartografiche
estratte dai libri esposti |
ingrandimenti di carte geografiche che
ricostruiscono il sito di Atlantide |
|
PALAZZO UBALDINI |
Sede del Centro
internazionale di studi geocartografici storici laboratorio di
ricerca iscritto al MIUR dell'Editore Ernesto Paleani |