"Atlantis.
            Indagine
            bibliografica dalle fonti di Platone fino agli scrittori moderni e le
            ipotetiche ricostruzioni cartografiche"
              a cura di
            Ernesto Paleani.. 
 
            
            Filosofo
            greco (Atene 428/427-347 a.C.). Nato
            da famiglia aristocratica,
            discendente per parte di madre da Solone, sin da giovane ebbe una
            educazione filosofica; secondo Aristotele conobbe Cratilo, scolaro
            di Eraclito, e si familiarizzò con la dottrina eraclitea. Ma in
            questo primo periodo la sua attività fu rivolta a composizioni
            letterarie, epiche e tragiche. A vent'anni conobbe Socrate, che lo
            guidò a un contatto fecondo con la filosofia.
            Dopo la morte di Socrate Platone
            intraprese svariati viaggi, di cui uno forse in Egitto.
            Significativi per il rapporto con la politica sono i tre viaggi in
            Magna Grecia. A Siracusa, dove si legò di amicizia con Dione, zio
            di Dionisio il Giovane, Platone tentò di attuare la sua idea del
            governante illuminato dal filosofo. Ma Dionisio il Vecchio, allora
            tiranno della città, preoccupato dei suoi progetti, lo fece
            allontanare.
            
            
             Fu
            al ritorno ad Atene che costituì l'Accademia, società culturale,
            alla quale diede la struttura di un'associazione religiosa. Quando
            Dionisio il Giovane succedette al padre,egli  tornò a Siracusa
            per riprendere il suo progetto, ma Dionisio, dilettante-presuntuoso
            del potere, lo deluse tanto che se ne tornò ad Atene. Una terza
            volta egli tornò a Siracusa, ma ancora fallì il suo tentativo di
            instaurare un governo retto dalla filosofia. Denso di polemiche è
            stato fin dall'antichità il processo della storiografia filosofica
            per stabilire l'autenticità degli scritti di Platone. La grandezza
            della sua personalità, che ha costituito il punto di riferimento di
            una lunga tradizione, ha fatto sì che gli fossero attribuite molte
            opere da lui non scritte. Il rigore della filologia ottocentesca ha
            esasperato il problema, finendo col considerare spurie la maggior
            parte delle opere. In seguito la critica moderna, tenendo maggior
            conto della tradizione, ha preferito operare con più cautela;
            servendosi delle testimonianze antiche, considerando il contenuto
            dottrinale e soprattutto fondandosi sulla forma linguistica, ha
            riaccolto come autentici parecchi dialoghi. Importante è pure il
            problema della cronologia degli scritti, se si considera l'asistematicità
            del suo pensiero , per cui ritrovare la successione dei dialoghi
            significa cogliere lo sviluppo del suo stesso pensiero.  I
            dialoghi vengono ordinati in base a vari criteri stilistici e di
            contenuto e raggruppati come segue: I periodo, scritti giovanili
            socratici, Apologia di Socrate, Critone, Ione, Alcibiade
            I, Lachete, Liside, Carmide, Eutifrone;
            II periodo, di trapasso, Eutidemo, Ippia Minore,
            Cratilo, Ippia Maggiore, Menesseno, Gorgia, Repubblica
            I, Protagora, Menone; III periodo, dottrina delle idee,
            Fedone, Convito, Repubblica II-X, Fedro; IV periodo,
            autocritica e fase finale, Parmenide, Teeteto, Sofista,
            Politico, Filebo, Timeo, Crizia, Le leggi.A questi dialoghi
            vanno aggiunte 13 Lettere, di cui la VII e l'VIII sono in
            genere date per autentiche. Il carattere dialogico degli scritti di
            Platone rappresenta la sostanza stessa della sua filosofia. Il
            dialogo platonico è sempre costituito da una tesi aperta, che nel
            contraddittorio viene esplicandosi, mentre
            l'interlocutore-contraddittore sposta di continuo le sue opposizioni
            di volta in volta che una verità va affermandosi. È lui stesso
            adeguatamente sollecitato a riconoscere la verità. Notevole è il
            cambiamento di stile da un dialogo all'altro: i dialoghi giovanili
            sono caratterizzati da interventi brevi e vivaci da parte dei
            partecipanti e conservano intatta la loro natura dialogica; gli
            ultimi sono appesantiti da lunghi interventi, che svisano
            l'andamento del dialogo e ne fanno quasi un trattato. Socrate è
            quasi sempre il protagonista, ma negli ultimi dialoghi la sua figura
            è sempre più sfocata o addirittura scompare. 
            
            
             
            
              
              
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