"Atlantis.
            Indagine
            bibliografica dalle fonti di Platone fino agli scrittori moderni e le
            ipotetiche ricostruzioni cartografiche"
              
              a cura di
            Ernesto Paleani.. 
 
            
            Atlantide
            e il delta del Nilo
            
            
             di Luana
            Monte
            
            
             Platone
            racconta dell’isola Atlantide nei suoi dialoghi Timeo
            e Crizia, composti intorno al 360 prima di Cristo; come egli stesso afferma,
            però, non
            è a lui che si  deve
            attribuire la paternità di quella storia, ma al suo antenato Solone,
            che all’inizio del VI secolo a.C., fece un viaggio in Egitto, dove
            un sacerdote locale gli narrò quella vicenda.
            Da
            quando la storia di un potente impero marittimo, posto oltre le
            “Colonne d’Eracle”, che entrò in conflitto con Atene, e poi,
            per un tremendo cataclisma, scomparve fra le onde del mare, è stata
            scritta, gli uomini si chiedono se essa delinei una vicenda di pura
            fantasia o se racchiuda un nucleo di realtà, e, in tal caso, dove
            l’isola misteriosa vada cercata.        
            
            
            
            In
            rapporto alle conoscenze storiche e geografiche dell’epoca, ed a
            quello che poteva essere il mondo di Platone (e del suo antenato
            Solone) si può ritenere che l’ipotesi che riconosce in Creta e
            nell’Impero minoico l’Atlantide platonica, o perlomeno la fonte
            ispiratrice di quel racconto, e nell’eruzione del vulcano di Thera
            la causa della sua scomparsa, sia tra le più attendibili e
            verosimili: moltissime sono, infatti, le somiglianze fra
            quell’Impero ed Atlantide, e relazioni 
            commerciali fra i due popoli sono archeologicamente
            documentate. 
            
            
            Secondo
            i documenti in nostro possesso, quando Solone nel 590 a.C. si recò
            a Sais, il sacerdote egizio  non 
            poteva conoscere la denominazione “Colonne d’Eracle”,
            espressione usata per la prima volta in Grecia, da Pindaro, nella III Olimpica, nel 476 a.C., oltre un secolo dopo.
            Platone,
            introducendo per la prima volta nel Timeo
            l’isola Atlantide, precisa che essa si trovava di fronte ad un
            luogo legato al nome di Eracle, e, per designare la natura di questo
            posto, usa  esattamente
            lo stesso termine adoperato dagli scrittori antichi a proposito
            delle foci del Nilo.  E’ probabile allora che
            il sacerdote di  Sais, raccontando
            le vicende di Atlantide, non  alludesse
            alle “Colonne d’Eracle”,
            per lui sconosciute, ma alla città di Herakleion, con il suo famoso
            tempio di Eracle, che sorgeva a quel tempo presso la foce più
            occidentale del Nilo. Egli  avrà
            quindi detto a Solone che ad ovest della foce più occidentale del
            Nilo, “di fronte alla bocca eracleotica”, al di la del 
            porto di Herakleion,  c’era
            la grande isola Atlantide (Creta), da cui si passava ad altre isole
            (le Cicladi ), e quindi al continente che si trovava dalla parte
            opposta (le coste della Grecia). 
            
            
               Poi,
            questa terra, a causa dell’eruzione del vulcano di Thera, fu
            sommersa dalle onde : gli Egizi
            registrarono tempestivamente l’accaduto, ma forse, in modo
            approssimativo ed incompleto. Dopo la fondazione di Alessandria,
            Herakleion perse, man mano, sempre più importanza, finchè, intorno
            al VII secolo d. C., non sprofondò sotto il mare.
            I
            Greci chiamavano “ Herakleion” qualsiasi santuario dedicato ad
            Eracle:  è quindi
            facile che gli antichi, sentendo la storia 
            di una isola favolosa ad occidente, legata ad Eracle, abbiano 
            scambiato la città egizia di Herakleion 
            o il suo santuario, con l’Herakleion di Gadir, 
            il famosissimo tempio di Eracle di Cadice, presso Gibilterra:
            così Atlantide lasciò il Mediterraneo per entrare nel mito.
            
 
            
             
            
            
              
              
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